L’Associazione
Il Circolo di Ave, associazione di promozione sociale, fondata nel 2019 da Anna e Paola Danielli, opera nel settore della musica classica a Fermo. La sua finalità principale consiste nel diffondere la musica classica nel territorio fermano e non solo, attraverso un’offerta destinata ad appassionati e non, con un attento sguardo rivolto anche al pubblico dei più giovani. In tale contesto, Il Circolo di Ave ha ideato una propria stagione concertistica ospitata a Palazzo Brancadoro (dimora A.D.S.I. - Associazione Dimore Storiche Italiane) e, dal 2023, anche al Teatro dell’Aquila. Entrambi i luoghi si trovano nel centro storico della città di Fermo.
L’autenticità della musica da camera a Palazzo Brancadoro
Nella dimora di fine Seicento, in cui vivono tuttora le sorelle Danielli, si realizza in maniera ideale l’obiettivo di ospitare artisti, sia emergenti che già affermati, di alto profilo del panorama nazionale e internazionale della musica classica; in questo modo, la musica torna nei luoghi in cui è nata e dove era naturale ascoltarla, contribuendo a rendere più agevole e fruibile il suo ascolto e facendola tornare nuovamente protagonista.
Il format del Circolo di Ave, dall’anno della sua costituzione, è incentrato sull’esperienza intimistica del concerto di musica da camera, durante il quale lo spettatore assorbe ogni respiro e sussurro generati dall’esibizione musicale, in un luogo che, fino a pochi anni fa, non era mai stato aperto al pubblico.
Il Teatro dell’Aquila di Fermo
Inaugurato ufficialmente nell’agosto del 1791, è chiamato così in onore del maestoso rapace simbolo della città ed è uno tra i più grandi teatri storici della regione.
L’attuale forma della sala si presenta con 124 palchi ripartiti in 5 ordini a cornice della platea, proscenio e palcoscenico ad una bocca, si colloca tra i più imponenti teatri del Settecento nell'Italia centrale. Il palcoscenico di circa 350 metri quadrati e la sua acustica ne fanno una delle sale storiche più prestigiose d'Italia.
Pregevole è il dipinto sul soffitto, dipinto a tempera, opera di Luigi Cochetti (Roma, 1802-1884), allievo di Tommaso Minardi, raffigurante i Numi dell’Olimpo, con Giove, Giunone, le tre Grazie e le sei Ore notturne danzanti, intenti ad ascoltare il canto di Apollo. Lo stesso Cochetti ha realizzato anche il sipario storico, raffigurante Armonia che consegna la cetra al genio fermano.
Al centro splende un grande lampadario a 56 bracci in ferro dorato e foglie lignee, alimentato originariamente a carburo, ordinato a Parigi nel 1830.
Nel 1830 Alessandro Sanquirico, il maggiore scenografo del tempo, dipinse per il Teatro alcuni fondali, di cui quattro ancora conservati.
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